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Questa mattina è morto Riccardo Cassin. Aveva da poco compiuto 100 anni il 9 gennaio fra i festeggiamenti di tutta Lecco e di tutto il mondo alpinistico. Il ragno di Lecco per antonomasia, il Grande Vecchio leggenda dell´alpinismo mondiale ha lasciato le montagne di questo mondo. A lui la storia dell´alpinismo deve imprese che anche i più bravi arrampicatori delle falesie moderne forse avrebbero difficoltà a ripetere, forse non tanto o non solo per le difficoltà tecniche, quanto per la durezza dei percorsi, la lunghezza, le condizioni ambientali che richiedono la forza, il coraggio e la determinazione di quel piccolo, ma grandioso, alpinista che li aveva aperti.
Fra i più importanti problemi alpinistici risolti da Cassin non si possono non ricordare le prime salite assolute alla sud-est della Piccolissima di Lavaredo nel 1934, lo spigolo sud-est della Torre Trieste e la parete nord della Cima Ovest di Lavaredo nel 1935, la nord-est del Pizzo Badile nel 1937, la prima salita dello sperone Walker nella parete nord delle Grandes Jorasses nel 1938. Poi le spedizioni: nel 1958 guidò la spedizione che porta sulla vetta del Gasherbrum IV Walter Bonatti e Carlo Mauri; nel 1967, dopo ben 27 tentativi da parte di spedizioni di tutto il mondo, Cassin conquista il McKinley in Alaska e finisce su tutti i giornali del mondo. Nel 1975, guida la spedizione alla parete sud del Lhotse, a cui partecipa anche Reinhold Messner. Infine nel 1987, all´età di ben 78 anni, torna a scalare la sua via sulla parete nord-est del Pizzo Badile.
Un piccolo e doveroso ricordo al ragno che ha tessuto difficili tele su tante vette italiane e del mondo.
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